Tumore al seno: dalla diagnosi al trattamento
Tumore al seno: dalla diagnosi al trattamento
Da qualche mese alla Clinica Santa Rita è attivo un nuovo punto di riferimento per la diagnosi e la terapia del tumore alla mammella. Il tutto grazie ad un Gruppo di specialisti che con l’arrivo del dott. Roberto Franchini hanno iniziato a collaborare al fine di offrire alle donne un approccio integrato alla patologia oncologica riguardante il seno.
Il Team di specialisti segue la paziente dalla diagnosi, sino al trattamento e lo fa attraverso diversi step, a cominciare proprio dalla parte riguardante la diagnostica radiologica.
Qui il punto di riferimento è la dott.ssa Costanza Iunco, radiologa specializzata nella mammografia e nell’ecografia senologica. “Sono alcuni anni che collaboro con la Clinica Santa Rita – spiega la dott.ssa Iunco – le pazienti che si sottopongono ai controlli mammografici ed ecografici lo fanno o dietro prescrizione del proprio medico perché da sole si sono accorte di qualche anomalia oppure per i classici controlli periodici ai fini preventivi”.
L’importanza dei programmi di screening alla mammella è davvero fondamentale, fare controlli periodici e più ravvicinati in casi di famigliarità di patologia oncologica, può veramente salvare la vita e lo sa bene la dott.ssa Iunco che, purtroppo, si trova a diagnosticare sempre più spesso delle lesioni in pazienti di età sempre più giovane. La dott.ssa Iunco è inoltre la specialista di riferimento per le pazienti, è lei che le incontra la prima volta per le indagini radiologiche ed è sempre lei a consegnare e spiegare il referto degli eventuali esami più invasivi (ex. agoaspirato o biopsia) che si rendono necessari.
“Si, negli ultimi anni l’età di pazienti con diagnosi di tumore alla mammella si è abbassata – continua la dott.ssa Iunco – Questo però perché vengono effettuati molti più screening, la popolazione femminile è diventata più sensibile sull’argomento e questo ci permette di evidenziare le lesioni nelle loro forme iniziali, con tutti gli intuibili vantaggi del caso”.
Il Team di specialisti del seno si compone anche di un nuovo innesto, il dott. Roberto Franchini, ex Responsabile di Chirurgia senologica all’interno della Breast Unit di Novara con anni di esperienza e centinaia di interventi alla mammella.
“Grazie alla diagnosi precoce e alla chirurgia sempre più personalizzata sulla paziente – spiega il dott. Franchini – oggi l’approccio chirurgico per la rimozione delle lesioni al seno tende ad essere sempre più conservativo, ciò significa che si cerca di asportare meno tessuto possibile e questo anche grazie alla prevenzione che permette di scoprire i tumori nella loro fase iniziale”.
Ma cosa accade alla paziente nel momento in cui, durante l’indagine radiologica, scopre di avere un nodulo sospetto? Succede che entra in gioco il fondamentale ruolo dell’anatomopatologo, in questo caso il dott. Giovanni Angeli che collabora con la Clinica Santa Rita dal 2012.
“Una volta che la dott.ssa Iunco vede qualcosa di sospetto durante la mammografia o l’ecografia, si rende necessario approfondire la diagnosi con esami un poco più invasivi (biopsia) – spiega il dott. Angeli – Durante questo esame vengono prelevati dei piccoli campioni della lesione. Il tutto viene eseguito sempre dalla dott.ssa Iunco, sotto controllo radiologico. A questo punto entra in gioco il ruolo dell’anatomopatologo a cui tocca analizzare i campioni e formulare una diagnosi il più possibile accurata e precisa sul tipo di lesione definendone o meno la malignità, i fattori di prognosi e la farmaco predittività”.
Tramite i fattori di prognosi, l’anatomopatologo può formulare un’idea di massima sulla possibile evoluzione di quel tipo di tumore, mentre attraverso altre indagini riesce a definirne la farmaco predittività ovvero il grado di sensibilità e di risposta del tumore a determinati tipi di farmaci antineoplastici.
“Una volta avuti i risultati dalla biopsia si decide come procedere – continua il dott. Franchini – nella maggior parte dei casi la lesione viene asportata chirurgicamente cercando di limitare quanto più possibile il danno alla mammella. Fondamentale è da sempre il linfonodo sentinella che ci dice se il tumore ha iniziato ad estendersi anche ad altre parti del corpo. In caso anche nel linfonodo sentinella siano presenti cellule cancerose, si procede allo svuotamento ascellare”.
In ultima analisi si ribadisce l’importanza dei controlli periodici al seno che devono essere intensificati, secondo le indicazioni dello specialista, nei casi in cui ci sia famigliarità o predisposizione genetica. Un piccolo esame può davvero salvare una vita.